TRIGLICERIDI ALTI: CHE FARE?

Dr. Bruno BORIONI

Indicazioni generali di stile di vita per il paziente ipertrigliceridemico.
Alti livelli di trigliceridi nel sangue aumentano il rischio di incorrere nelle malattie coronariche (come l’infarto di cuore) o nelle altre manifestazioni cliniche dell’aterosclerosi.Ai trigliceridi alti, inoltre, si associano quasi sempre bassi valori del colesterolo HDL ( il colesterolo “buono”) e, spesso, una tendenza al soprappeso ed alla malattia diabetica oltre che i valori elevati della pressione arteriosa; attualmente i medici definiscono questa cale è scarsamentendizione, nel complesso, “sindrome plurimetabolica”. Un netto miglioramento della gravità di questa situazione complessa ( e rischiosa) può in genere essere ottenuto semplicemente modificando in modo appropriato lo stile di vita.Di seguito, troverete alcuni consigli utili in tal senso.

1. Se siete in soprappeso, cercate di riportare il vs.peso nella norma.
I trigliceridi svolgono nel nostro organismo essenzialmente la funzione di riserva energetica, utilizzabile al bisogno:le calorie in eccesso, quindi, vengono trasformate in queste sostanze, per poter essere immagazzinate agevolmente.Chi ha un tasso elevato di trigliceridi nel sangue, pertanto, deve innanzitutto ridurre armonicamente l’assunzione di tutti i cibi, per equilibrare l’apporto calorico (le entrate) con il dispendio energetico (le uscite), e ridurre così il peso, mirando (anche se è tutt’altro che facile) a rientrare nel proprio” peso forma”. Migliorando il controllo del peso, il tasso dei trigliceridi si ridurrà.

2. Preferite la pasta e gli zuccheri “complessi”agli zuccheri semplici.
Gli zuccheri complessi a lenta digeribilità, di cui è ricca soprattutto la pasta preparata e cotta all’ “italiana”, vengono assorbiti più lentamente dall’intestino rispetto agli zuccheri semplici, o anche rispetto agli zuccheri complessi a più rapida digeribilità, come quelli contenuti per esempio nel pane e nelle patate. Di conseguenza, essi entrano meno velocemente nel sangue, e stimolano quindi una minore produzione di trigliceridi da parte del fegato. In alcuni soggetti, inoltre, il fruttosio, che è lo zucchero di cui sono ricche soprattutto la frutta autunnale (cachi, fichi, uva) e la frutta esotica (banane,ananas,ecc.) rappresenta un potente stimolo alla produzione di trigliceridi. E’ opportuno limitare l’uso di questo tipo di frutta in presenza di elevati tassi di queste sostanze nel sangue.

3. Aumentate il consumo di verdura e legumi.
La verdura è ricca di fibra alimentare, che svolge una efficace azione di controllo dell’assorbimento intestinale dei grassi. La fibra contenuta nei legumi (che sono tra l’altro ricchi di zuccheri a lenta digeribilità, e quindi utili in presenza di ipertrigliceridemia) è particolarmente interessante, da questo punto di vista. La fibra vegetale è scarsamente sensibile alla cottura: l’effetto descritto, pertanto, si mantiene anche nella verdura cotta.

4. Limitate l’apporto di grassi solidi, preferendo gli oli vegetali, ricchi di grassi insaturi.
I grassi saturi, caratteristici dei cibi di origine animale, tendono a stimolare la produzione di colesterolo e di trigliceridi da parte del fegato, mentre i grassi insaturi, di cui sono ricchi gli oli vegetali, come l’olio di mais, svolgono un effetto opposto.Ricordate tuttavia che la cosa più importante, se i trigliceridi sono elevati, non è la limitazione dei grassi alimentari, ma quella degli zuccheri: la dieta, in altre parole, deve essere più simile a quella di un diabetico che a quella di un paziente con il colesterolo alto.

5. Riducete sensibilmente il consumo di alcool, sia sotto forma di vino che di liquori.
L’alcool in tutte le sue forme ( vini, liquori,birra), stimola in numerosi soggetti un’intensa produzione di trigliceridi da parte del fegato. In presenza di ipertrigliceridemia, è necessario un controllo molto attento (e spesso l’abolizione) dell’uso di questa sostanza. Poiché la risposta personale all’alcool è molto variabile, e poiché consumi moderati di bevande alcoliche possono aumentare il livello di colesterolo HDL (il colesterolo “buono”),spesso ridotto in chi ha i trigliceridi alti, una possibilità è un periodo “di prova”: e cioè il controllo dei trigliceridi dopo 2-3 settimane di una dieta totalmente senza alcool, senza modificare il resto della struttura della dieta.

6. Aumentate il consumo di pesce
I grassi del pesce sono caratterizzati da tre interessanti proprietà: sono efficaci nell’abbassare il tasso dei trigliceridi nel sangue, svolgono un’azione antitrombotica (simile entro certi limiti a quella, ben nota, posseduta dall’aspirina) e sono inoltre dei buoni antiaritmici. Due o tre pasti settimanali di pesce (o almeno un apporto adeguato di acidi grassi omega-3 da alimenti integrati o arricchiti) dovrebbero pertanto entrare stabilmente nella nostra alimentazione.

7. Fate attività fisica.
Aumentare la propria attività fisica contribuisce in vari modia normalizzare il tasso dei trigliceridi .Può aiutare a controllare il peso corporeo, un elemento, come si ricordava, di riconosciuta importanza da questo punto di vista, ed aiuta inoltre i muscoli a “bruciare” meglio i trigliceridi stessi per produrre l’energia necessaria per il movimento.L’attività fisica,infatti, aumenta l’attività degli enzimi che digeriscono i trigliceridi ( soprattutto la Lipoprotein-lipasi, o LPL). Praticare un’adeguata attività fisica, tra l’altro, è un elemento essenziale di ogni ricetta per il benessere e la salute.

8. Parlatene con il vostro medico.
In alcuni casi, un elevato tasso di trigliceridi nel sangue può essere la conseguenza di malattie a carico del rene (la sindrome nefrosica, per esempio), del diabete mellito, o dell’uso di certi farmaci (specie di alcuni farmaci per abbassare la pressione arteriosa). Il vostro medico,talvolta con l’aiuto di alcuni esami appropriati, potrà chiarire se la vostra ipertrigliceridemia è la spia di una di queste condizioni, ed attivare, a questo punto, un intervento terapeutico mirato.

9. Il ruolo dei farmaci.
Il vostro medico potrà decidere, in certi casi, di somministrarvi farmaci specifici per ridurre il tasso dei trigliceridi nel sangue. Questi farmaci vanno assunti con continuità, come i farmaci per controllare il diabete, o la pressione, o il colesterolo. Se i farmaci vi procurano dei disturbi (cosa che accade peraltro raramente), non sospendete il trattamento, ma consultatevi con il vostro medico.

10. A digiuno la mattina dell’esame!
Per misurare correttamente il tasso dei trigliceridi, e vedere se esso si è modificato dopo una dieta adeguata o grazie all’effetto di un farmaco, è necessario essere a digiuno, al momento del prelievo, da almeno 12 ore, ed aver consumato, la sera precedente, un pasto leggero. Non alzatevi, durante la notte, per andare a bere un bicchiere di latte o di una bevanda zuccherata in frigorifero: il risultato dell’esame potrebbe esserne influenzato. Se possibile, inoltre, utilizzate sempre lo stesso laboratorio per i successivi controlli della trigliceridemia