SERVIZIO DI GASTROENTEOROLOGIA ED ENDOSCOPIA DIGESTIVA

DIRIGENTI MEDICI

TECNICI DI ENDOSCOPIA

Dott. S. Rosati – Dott. G. Giulioni

Inf. A. Ballarini – Inf. P. Ragni

Linee guida per il corretto uso della colonscopia e della gastroscopia
Principi generali (validi per tutte le indagini endoscopiche)
In generale la colonscopia e la gastroscopia sono indicate:

1. se il trattamento del paziente sarà probabilmente influenzato dal risultato della indagine

2. quando il rischio per la salute o la vita del paziente è più basso rispetto ai potenziali benefici.


Linee guida per il corretto uso della colonscopia
La colonscopia è generalmente indicata:

A- In presenza di Segni e Sintomi

1. alterazioni significative dal punto di vista clinico

   1.1. al clisma opaco quali

      1.1.1. stenosi

      1.1.2. difetti di riempimento

   1.2. alla diagnostica per immagini (eco e/o TC e/o RMN) rilievo di masse o lesioni focali degli organi addominali

2. sanguinamento gastroenterico non spiegato

   2.1. ematochezia

      2.1.1. in assenza di fonti evidenti di sanguinamento anale

      2.1.2. in presenza di fonti di sanguinamento anale nei pazienti di età > 50 aa

   2.2. melena ( dopo aver escluso la eziologia a carico del tratto digestivo superiore)

   2.3. positività del sangue occulto nelle feci

3. calo ponderale significativo ( dopo avere escluso altre eziologie)

4. anemia da carenza di ferro non spiegata

5. modificazioni significative e persistenti dell’alvo


B- Per la Diagnosi e la Sorveglianza del cancro del colon e dei polipi adenomatosi:

1. ricerca di cancro sincrono o polipi in pazienti con diagnosi di

   1.1. cancro operabile

   1.2. polipi adenomatosi

2. sorveglianza periodica in pazienti

   2.1. operati di cancro del colon dopo il 1° e 2° anno e successivamente ogni 3 anni

 2.2. sottoposti ad asportazione endoscopica o chirurgica di polipi adenomatosi entro 3 anni, con indicazione al nuovo controllo dopo 5 anni solo nei paz. con polipi multipli o superiori a 1 cm.

3. pazienti con familiarità per cancro del colon

  3.1. con parenti di 1° grado affetti da cancro del colon ; almeno 10 anni prima rispetto all’età di insorgenza del cancro nel parente di 1° grado o comunque dopo i 50 anni

   3.2. nelle sindromi neoplastiche familiari (polipose e non) del colon

4. pazienti con colite ulcerosa e colite di Crohn per la diagnosi di displasia o cancro in fase precoce una volta ogni 1-3 anni

   4.1. dopo 7 anni dall’esordio in caso di pancolite

   4.2. dopo 10 anni dall’esordio in caso di colite sinistra


C- Nelle Malattie infiammatorie intestinali

1. Quando una migliore definizione diagnostica o la valutazione della estensione e dell’attività della malattia influenzerà il trattamento del paziente


La colonscopia generalmente non è indicata

A. Nel dolore addominale da sindrome da intestino irritabile. (In questi casi può essere indicato eseguire l’indagine una sola volta, per escludere cause organiche, soprattutto se c’è stata risposta al trattamento medico)

B. Nella diarrea acuta

C. Nella ricerca del tumore primitivo in presenza di metastasi sistemiche in paziente senza segni o sintomi riferibili al colon

D. Nel Follow-Up delle malattie infiammatorie (ad eccezione delle condizioni del punto B.4

E. Nell’emorragia digestiva alta in cui sia stata già dimostrata la causa alla EGDS

La colonscopia è controindicata in presenza di:

  • shock

  • ipossia grave

  • infarto miocardico acuto

  • perforazione

  • diverticolite grave-peritonite

  • megacolon tossico

  • le complicanze più comuni legate alla procedura consistono in:

  • perforazione ( 0,14-0,3%)

  • emorragia ( 0-0,5%)

  • eventi cardio-respiratori ( 0-0,4%)

Linee guida per il corretto uso della esofagogastroduodenoscopia
L’esofagogastroduodenoscopia è generalmente indicata:

1. Se il suo risultato può cambiare il trattamento

2. Dopo un tentativo terapeutico empirico, inefficace, instaurato per una malattia benigna solo sospettata

3. Come metodo iniziale di valutazione in alternativa all’esame radiologico

4. Quando è previsto un intervento terapeutico

5. Per verificare o confermare riscontri ottenuti con tecniche di diagnostica per immagini

L’esofagogastroduodenoscopia diagnostica è generalmente indicata in caso di presenza di:

a) Sintomi persistenti a carico dell’addome superiore: nei pazienti con più di 45 anni per escludere patologia organica nei pazienti con meno di 45 anni se i sintomi persistono nonostante un adeguato tentativo terapeutico associati a segni di malattia organica (anoressia, dimagramento, anemia, sanguinamento)

b) Disfagia o odinofagia

c) Sintomi da reflusso gastroesofageo persistenti o recidivanti nonostante un corretto tentativo terapeutico

d) Vomito persistente da causa sconosciuta

e) Malattie di altri organi o sistemi nelle quali la presenza di patologia gastrointestinale può modificare il trattamento (es: pazienti con storia di ulcera peptica o di sanguinamento digestivo che sono candidati al trapianto, alla terapia anticoagulante o con FANS a lungo termine)

f) poliposi adenomatosa familiare

g) necessità di confermare la diagnosi cito-istologica di lesioni sospettate o dimostrate con tecniche di imaging (radiografie, ecografia, TC, RMN) come: neoplasie, ulcere gastriche od esofagee, stenosi od ostruzioni del tratto gastrointestinale superiore

h) Sanguinamento gastrointestinale acuto

i) Perdita cronica di sangue o di anemia da carenza di ferro quando la situazione clinica suggerisce una causa a carico del tratto digestivo superiore o quando la colonscopia è negativa

j) Necessità di una biopsia digiunale o duodenale o la raccolta di liquido digiunale

k) Necessità di diagnosi di ipertensione portale

l) Necessità di valutare il danno acuto dopo ingestione di caustici

L’esofagogastroduodenoscopia non è generalmente indicata:

1. Se il risultato non è in grado di modificare il trattamento

   1.1. Per il follow-up periodico di malattie benigne guarite ( a meno che non si tratti di condizione preneoplastica)


L’esofagogastroduodenoscopia diagnostica non è generalmente indicata per la valutazione di:

1. disturbo cronico, stabile, atipico per la malattia organica già considerato di natura funzionale. (In casi eccezionali la EGDS può essere a volte giustificata per escludere malattie organiche specialmente se i sintomi non rispondono alla terapia).

2. Pirosi retrosternale di recente insorgenza e che risponde alla terapia

3. Riscontro radiologico di ernia iatale asintomatica o di ulcera duodenale non complicata che ha risposto alla terapia o di deformazione del bulbo duodenale, (asintomatica o che ha risposto alla terapia)


L’esofagogastroduodenoscopia è controindicata se:

1. Il rischio della procedura è superiore al beneficio aspettato

2. Manca la collaborazione del paziente

3. Si sospetta una perforazione

4. In caso di ipossia grave o infarto miocardico acuto


L’esofagogastroduodenoscopia sequenziale o periodica (fallow-up) è generalmente indicata in caso di:

1. Sorveglianza periodica per esofago di Barrett e per poliposi adenomatosa familiare

2. Controllo di ulcere esofagee o gastriche o stromali per dimostrare la guarigione e verificarne la benignità

3. Precedenti riscontri di polipi adenomatosi gastrci o duodenali

4. Follow-up di sclerosi o di legatura di varici esofagee o gastriche

5. Displasia gastrica


L’esofagogastroduodenoscopia sequenziale o periodica (follow-up) generalmente non è indicata in caso di:

1. Per la sorveglianza periodica per atrofia gastrica (con o senza metaplasia intestinale), anemia perniciosa, acalasia, precedenti interventi chirurgici sullo stomaco

2. Per la sorveglianza di malattie benigne guarite come esofagite, ulcera gastrica o duodenale.

3. Per la sorveglianza dopo dilatazione di stenosi benigne a meno che non intervenga un cambiamento della sintomatologia


Le complicanze più comuni legate alla procedura consistono in:

1. perforazione ( 0,008-0,03%)

2. emorragia ( 0,003-003%)

3. complicanze infettive ( 0-0,008%)

4. complicanze cardio-respiratorie (0,006-0,07%)

5. ipossia ( severa nel 15% dei casi, in particolare in pazienti anziani, dopo sedazione farmacologica)