Auguri per un 2021

  Un anno tremendo ci sta lasciando e noi tutti in coro lo salutiamo con gioia ed un grande sollievo.

E’ stato un periodo piuttosto lungo e da vero incubo, con la paura di contagiarsi ad ogni momento, la depressione sempre dietro l’angolo per restare chiusi in casa, la puntualità con cui ogni giorno ci aggiornavano sul numero dei contagiati e dei morti ed i notiziari dei cronisti delle varie testate, che facevano a gara per chi era più catastrofico. In somma ne abbiamo sentite, viste e vissute proprio tante. Abbiamo sperimentato la perdita di parenti o amici cari che, sottoposti a terapia intensiva, non potevano godere di un conforto e soli, con il loro dolore, se ne andavano.

Abbiamo sentito le dichiarazioni sconsolanti di infermieri allo stremo fisico e psichico, ma fermi e determinati a portare aventi il proprio impegno, abbiamo avuto notizia di medici che nell’adempiere al loro dovere ci lasciavano la pelle. In questo elenco come poter dimenticare lo spettacolo delle bare allineate nelle navate delle chiese pronte per essere trasportate con camion militari fuori dall’Italia.

E poi io con il mio lavoro, sono stato particolarmente allertato e allarmato ogni giorno!!!

Certo che il nostro sistema nervoso è stato messo a dura prova. Le nostre incertezze si moltiplicavano poi nell’ascoltare una moltitudine di esperti ognuno con una sua opinione il più delle volte fuorviante e destinata ad accrescere le nostre paure. Ce la faremo? questo era l’interrogativo. Sarà il caso di farsi il tampone, arriverà il vaccino salvatore, sono state messe a punto le adeguate terapie, perchè in Italia si muore di più, non si potrebbe fare qualcosa in più per gli anziani? Quante domande e poche risposte.

Alla fine presi dallo sconforto abbiamo rinunciato a capire per aggrapparci ancora una volta al famoso detto: che dio ce la mandi buona.

Tutti abbiamo sperimentato la paura del colpetto di tosse o di un leggero rialzo febbrile. Speriamo bene ci dicevamo soprattutto se la nostra età, era in pò in là.

Ora siamo qua con le paure per momento accantonate ma ancora trepidanti in attesa dell’arrivo del tanto desiderato vaccino.

Ogni tanto guardiamo indietro a partire dal mese di febbraio quando la pandemia, termine forse nemmeno conosciuto dai più, sembrava colpire solo la Cina. Pensavamo che noi saremmo stati immuni. La Cina è troppo lontana, si diceva, ed il nome “corona virus” si faceva difficoltà, anche a pronunciarlo. Qualcuno avanzava anche l’ipotesi che la Cina deliberatamente avesse promosso la diffusione. Nei lunghi pomeriggi seduto a guardare il vuoto, ero invaso da una grande tristezza e il mio cuore gonfio avrebbe voluto piangere per la disgrazia che ci aveva colpito, per i parenti e gli amici positivi, per quelli che non ci sono più e per tutto quello che si poteva fare e non è stato fatto. Addossare delle colpe, è facile.

Mi viene in mente quando si gioca una partita internazionale di calcio che tutti diventano esperti tecnici, il cui compito è distribuire consigli. Se potesse servire a portare un contributo piangerei per giorni e giorni e potrei anche pregare, se ne fossi capace.

La speranza questa grande “dea”, non lo dimentichiamo, non ci abbandona mai, ora è là un piccolo nucleo nel profondo dello Yin pronta ad esplodere quando avremo toccato il più profondo dell’abisso, perchè è li che nasce lo Yang. E’ la filosofia del Tao.

Ho sempre accettato le leggi che regolano il governo dell’universo. Sarà così anche adesso, la natura non può fallire anche se ci siamo impegnati a fondo, e questo parte da noi, per non maltrattarla. Non è un caso che ci è piombato addosso il riscaldamento globale, di cui ne conoscete le conseguenze e forse anche la pandemia potrebbe rientrare nel quadro.

Ma ora è arrivato il momento di scuotersi di far sentire la nostra presenza e con l’ipotetico aiuto di una fata, che è poi il nostro istinto di sopravvivenza, e della sua bacchetta magica cerchiamo di dimenticare l’anno che se ne sta andando.

“Speranza, forza e coraggio”, la triade che deve accompagnarci.

Mio padre alla vigilia di un esame difficile mi diceva sempre: dai che ce la farai senz’altro, nessuno può abbattere il tuo spirito di vero combattente. La strada verso il futuro, e non bisogna essere grandi profeti per preconizzarla, lo sappiamo tutti è difficile, ma noi siamo per le cose difficili. Vi ricordate di quel detto: quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare!! Quindi è vietato abbattersi come commiserarsi!

La nostra forza è tutta nella nostra biologia.  Siamo noi i padroni di noi stessi. E’ solo con la potenza delle nostre convinzioni e la forza della nostra fiducia e volontà, che possiamo superare momenti anche i più negativi e rialzare la testa. E’ d’altra parte credo che sia con questo spirito, altrimenti sarebbe proprio stupido, che va recepito lo stereotipato e vuoto messaggio che ogni anno ci viene rinnovato da amici e parenti: un sereno natale e di un felice anno nuovo.

Miei cari amici mi commiato da voi porgendovi un saluto pieno di affetto, ma non posso darvi per certo che il 2021 sarà un anno miracoloso, prosperoso e pieno di tante cose belle. Proprio in virtù delle premesse che abbiamo sperimentato se lo facessi sarei un pazzo visionario. Sarà però un anno di rinascita ne sono certo.

Fatemi però somministrare, oltre a tutto quello che vi ho suggerito, un ulteriore iniezione di coraggio prendendo a prestito una frase lapidaria dal film le “guerre stellari”: la forza è con te. Datti da fare ce lo aggiungo io!!

Alla fine dell’anno del signore 2020.