La musica allunga la vita e preserva dalle malattie neurodegenerative

La musica allunga la vita e preserva dalle malattie neurodegenerative

 

Ascoltare la musica preferita è un’autostrada per raggiungere felicità e benessere, in grado di allungare la vita mantenendola in salute. La musica è, infatti, un toccasana per i disturbi dell’umore, per il disagio psichico, mentre contro la depressione è efficace come i farmaci ansiolitici e antidepressivi. Ad affermarlo sono i ricercatori della Comunità mondiale della longevità (CMDL), promuovendo a pieni voti la musicoterapia, da utilizzare non solo nel tempo libero ma soprattutto in campo medico/riabilitativo.

Un forte potere terapeutico              

Da Mozart ai Rolling Stones, non importa quale genere vi piaccia, è importante ascoltare quotidianamente la propria musica preferita per mantenersi in salute.

E’ questa la nuova frontiera della neuroscienza ispirata all’arte dei suoni, oggetto di un convegno che si è svolto a Cagliari organizzato dal CMDL che studia i centenari, insieme all’Istituto Europeo di Ricerca Ierfop e alla Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer).

Canto e musica insieme sono un toccasana nei deficit di lettura e apprendimento – spiega Roberto Pili, presidente della Cmdl – ma è nelle malattie neurodegenerative tipiche dell’invecchiamento, quali demenza e Parkinson, che possono fare la differenza”.

La pratica musicale, soprattutto se iniziata in giovane età, spiega Pili, aumenta la cosiddetta ‘riserva cognitiva’, un insieme prezioso di capacità e funzionalità cerebrale che in età anziana contrasta la comparsa della demenza. Stupefacenti sono anche i risultati della musicoterapia nella cura del morbo di Parkinson e nelle paresi. Abbinare il movimento di questi malati a un brano musicale molto ritmato, ha evidenziato dei miglioramenti immediati dell’attività motoria.

Musica e qualità della vita

E ancora, l’ascolto attivo della musica è benefico per il nostro stato mentale e fisico, predispone all’empatia, favorisce i ricordi e la socializzazione. Elementi questi che promuovono una migliore qualità della vita, la fortificano, la allungano, sottolinea ancora Roberto Pili, rendendola un’esperienza formativa che tiene in allenamento il cervello, il timone della nostra vita, attivando i centri della gratificazione, dell’empatia, della socialità.

In conclusione, la musica ha un potere terapeutico veramente straordinario che contribuisce a farci sentire vivi e attivi, mantenendo aperta la porta alla felicità e al benessere, vale a dire a tutti quegli stati d’animo in grado di allungare l’aspettativa di vita di almeno 10 anni.